Si attende la conferma della corte sulle misure cautelari per tre dei quattro indagati del caso di corruzione al Parlamento.
Gli indagati e arrestati per il caso di corruzione del Parlamento europeo sono quattro: la vicepresidente Kaili (destituita dal suo incarico), il suo compagno Francesco Giorgi, l’ex eurodeputato del Pd Panzeri e per Niccolò Figà-Talamanca. Per Kaili però è prevista ancora un attesa fino al 22 dicembre, a causa di uno sciopero nel carcere dov’è detenuta attualmente. Per gli altri tre si attende la decisione della conrte, ma potrebbero esserci altri indagati per il caso!
Sul caso di presunta corruzione del Parlamento europeo, tre delle quattro persone arrestate oggi sono giunte all’udienza al Tribunale di Bruxelles. Si tratta del compagno di Kaili, Francesco Giorgi, l’ex eurodeputato del Pd Panzeri e per Niccolò Figà-Talamanca. Mentre l’eurodeputata Eva Kaili (destituita dall’europarlamento), dovrà aspettare il 22 dicembre a causa di uno sciopero.
Caso Kaili
Dopo la convalida degli arresti da parte delle autorità belghe, la vicepresidente del Parlamento europeo è stata posta in arresto a Bruxelles per sospetta corruzione operata dal Qatar al fine di influenzare le decisioni del Parlamento.
Sabato sera era stata sospesa dal suo incarico, e poi destituita da vicepresidente dell’Aula con 625 voti favorevoli su 628. Secondo quando riferito dai legali di Eva Kaili, nella prigione dov’è detenuta è in corso uno sciopero e pertanto non è stato possibile accompagnarla in Tribunale. L’udienza è posticipata al 22 dicembre.
Gli altri indagati
Per gli altri tre imputati invece (l’ex eurodeputato socialista Antonio Panzeri, Francesco Giorgi e Nicolò Figà-Talamanca), in giornata la corte comunicherà la sua decisione: se confermare la detenzione cautelare, revocarla, o decidere misure differenti.
Intanto, sono in corso indagini da parte dei magistrati su altri deputati che potrebbero allungare la lista degli indagati. Questi, potrebbero avere ricevuto tangenti o benefit da un paese straniero per influenzare la propria attività politica. E non è tutto: pare che lo scandalo coinvolgerebbe anche il Marocco, oltre che il Qatar.